Annita Mechelli

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Annita Mechelli opera da Roma; sempre elegantemente vestita di bianco è anche poeta.

Questo nostro meraviglioso,
antico, crostoso, superbo
mondo sospeso nello spazio ignoto,
per miracolo divino si regge nel vuoto. 

Dipende da te, da me,
da loro, non farlo crollare.

Ci siamo uniti per mano,
non lasciamo che crolli giù
nello spazio dell’universo infinito,
nel tempo di un solo giorno.     

Che distratti ci sfugga la mano,
non facciamo che giammai
questo ci accada,
e che ognuno ricordi i propri figli
e la patria:
ricordi, ricordi un solo Dio,
un solo mondo e che una sola volta si vive.        

Ognuno ritrovi la dimensione,
la dignità, lo spazio nel tempo
e nella propria patria.

 

I suoi soggetti spaziano dalla natura, alla pace, all’amore, con una particolare attenzione alla donna.

Anna Iozzino ha detto: “Tra i grandi protagonisti dell’arte del Novecento, un posto di tutto rilievo spetta proprio a quest’artista che si è trasferita nella capitale dalla nativa Umbria per frequentare l’Accademia di Belle Arti e lo Studio del Maestro Fazzini ed acquisire quei mezzi tecnici che oggi le permettono di esprimersi liberamente e compiutamente nella pittura, nella scultura, nella grafica e nel gioiello come opera d’arte”. “Tutte le sue opere scorrono su strade parallele che trovano il loro punto di convergenza in una figurazione in bilico tra surrealismo ed espressionismo e che, al tempo stesso, sembra sfuggire ad ogni corrente perché include un miscuglio intrigante di fantasia e di visionarietà, di classicità ed avanguardia, di valori plastici e di psicologia della forma”.

Ha partecipato a tantissime “mostre” personali e collettive a Roma, Ischia, Vibo Valentia, La Maddalena, New York, Washington, Londra, Lugano, Abano Terme, Tokyo, Ascoli Piceno, Piacenza, Spoleto, San Marino.

Ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti tra cui la medaglia d’oro dell’Associazione Critici Europei, il Premio Ripetta per la scultura, la targa d’oro europea nell’UNUPADEC, il Premio Internazionale Trastevere dell’Art Gallery Meeting di Roma, ecc.

Hanno scritto di Lei, fra l’altro, i Critici Denis Bowen, Davia, Di Vita, Robin Dutt, Franceschetti, La Roche, Levi, Mayo, Nicholson, M. T. Ruocco, Salimbeni, Simoncini, Tallarico.

È stata anche ospite di trasmissioni televisive e riviste specializzate.

Paolo LEVI, nella quasi “prefazione” ad una MONOGRAFIA scrive che, come una poetessa della figurazione, Annita Mechelli narra fiabe originali tramite la pittura ad olio e la scultura in bronzo ed è sapiente in entrambe le discipline. In quanto artista orgogliosa ma umile, quindi aristocratica, ha una  “tavolozza” curiosamente pregna degli umori espressivi che sono tipici degli artisti della Transavanguardia. Le Sue pagine artistiche sono anche progetti scenografici supportati da un disegno costruttivo, con passaggi di luci e ombre, che apre e chiude il momento narrativo fiabesco.

Nelle Sue tematiche, una forma bronzea o un colore rosso-tiziano, diventano messaggi-avvertimento. Sono lirici omaggi al microcosmo, all’invisibile e si avverte sempre la spinta attiva alla compiutezza espressiva. Come nei dipinti anche nella ricerca plastica, l’inclinazione naturale dell’artista è quella di un racconto subliminale concluso.

Se la costruzione delle sculture, il loro ritmo e l’impostazione sono elementi base della ricerca espressiva, il risultato è il frutto di un temperamento in cui si agitano sentimenti ed emozioni che per l’autrice sono memorie e presenze. Invece nella tavolozza, Annita Mechelli, coniuga segno e colore dando una sensazione di movimento. È pittrice surreale, antimetafisica, attenta alle presenze oniriche, alle rivisitazioni. Il ritmo delle figure si trasfigura, poi, in esplosioni scenografiche che danno vita al senso poetico del Suo messaggio spettacolare. La Sua sensibilità registra fulminee accensioni, felici elaborazioni oppure teneri abbandoni, controllati da occhi fugaci.

Infine, Annita Mechelli, è ARTISTA coerente nel condurre a compimento i sogni ma è anche una straordinaria eclettica: nella Sua pagina c’è un curioso accordo fra mistero del sogno ed apparenza sensibile. Nulla in Lei è conchiuso nella certezza ma tutto, al contrario, è ravvivato da un sentimento sereno che sfiora la commedia umana. Quella nostra, quotidiana.

 

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